L’UNDP (United Nations Development Programme) ha pubblicato il secondo rapporto del Gender Social Norm Index (GSNI), l’indice che misura gli stereotipi presenti fra le persone riguardo al ruolo sociale delle donne.

Le norme sociali influenzano in misura importante la vita di uomini e donne in tutte le società e a tutti i livelli. È importante quindi avere a disposizione uno strumento in grado di misurarne l’impatto in ottica di produzione di disuguaglianze di genere.

I risultati presentati nel rapporto abbracciano l’85% della popolazione mondiale e misurano i pregiudizi (biases) delle persone sul ruolo delle donne relativamente a 4 dimensioni chiave: politica, educativa, economica e integrità fisica.

Sul sito web di UNDP (link) è possibile interrogare i dati degli 80 paesi presi in esame.

La fotografia appare a dir poco sconfortante: quasi 9 persone su 10 (uomini e donne) hanno almeno un pregiudizio nei confronti delle donne. Il 43% delle persone intervistate crede che gli uomini siano dirigenti aziendali migliori delle donne e il 49% pensa che gli uomini siano leader politici più capaci; solo il 27% ha risposto che per la democrazia è fondamentale che le donne abbiano i medesimi diritti degli uomini.

Allarmante il dato sulla violenza di genere: più di un quarto della popolazione mondiale crede che sia giustificabile per un uomo picchiare sua moglie. Una quota simile (26%) di donne di età superiore ai 15 anni ha subito violenza da parte del partner.

In Italia il 61% della popolazione nutre almeno un pregiudizio (65,3% degli uomini e 57,9 delle donne): l’8% ha bias di natura scolastica, il 19% in ambito politico, il 30% in quello economico e il 45,5% rispetto alla scelta delle donne sulla gestione della propria salute riproduttiva.

L’associazione statistica di questi dati fa emergere l’impatto nella persistenza di pratiche discriminatorie nei confronti delle donne. Ad esempio, i divari di genere nel reddito hanno una forte associazione statistica con i bias di genere; nei paesi con i più alti livelli di bias sui ruoli sociali le donne dedicano oltre sei volte più tempo degli uomini alle faccende domestiche e al lavoro di cura rispetto ai paesi con livelli più bassi di pregiudizio.

I dati del Gender Social Norm Index non solo fotografano una situazione di forte presenza (ancora!) di pregiudizi nei confronti delle donne, ma provano quanto questi incidano sulla reale possibilità di raggiungimento della parità di genere.

Se la rappresentazione del ruolo sociale, economico e politico delle donne rispetto agli uomini è ancora così fortemente distorta da bias e stereotipi, l’applicazione in ogni area di principi e comportamenti paritari non può realizzarsi. Sradicare pregiudizi e stereotipi è cruciale per poter cambiare, nei fatti, le condizioni di subalternità delle donne.

L’educazione che sviluppa il ragionamento e il pensiero critico gioca un ruolo centrale nel superare i pregiudizi e le credenze distorte di genere, generalmente nate dapprima con l’educazione dei genitori e fortificate o contestate in seguito, attraverso esperienze scolastiche e sociali.

Queste considerazioni rafforzano quindi, ancor di più, la convinzione che la questione culturale è determinante nella battaglia per la riduzione, e perché no, l’azzeramento del divario di genere.

A cura di Susanna Bione

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