Dal secondo Rapporto Uilca in Emilia-Romagna: nove su dieci insoddisfatti dalla chiusura delle filiali. Per otto persone su dieci il bancomat non sostituisce il rapporto umano. Tavolo del Cnel ha posto le basi per una proposta di legge, bene i primi osservatori regionali. Risiko bancario: cresce rischio desertificazione filiali. Il segretario generale Uilca Furlan: aggregazioni devono avere logiche industriali, non politiche o solo a beneficio dei grandi azionisti.
Bologna, 17 febbraio 2025 –Il risiko bancario, tra le sue molteplici implicazioni, comporta anche la ridefinizione della presenza delle banche nei territori, con chiusure di filiali che limitano la possibilità di accesso per i clienti ai servizi finanziari e assicurativi e impattano sull’aspetto occupazionale del settore. Le possibili aggregazioni bancarie annunciate nelle ultime settimane avrebbero implicazioni molto rilevanti, con impatti anche nel settore assicurativo, il coinvolgimento di grandi investitori privati e rilievi di natura politica.
“Il risiko bancario in corso può ridisegnare nuovi equilibri nel mondo finanziario e non solo: come Uilca da sempre crediamo che le aggregazioni bancarie, se devono esserci, debbano basarsi su una logica industriale di lungo periodo e non rispondere a motivazioni di natura politica o legate solo al profitto o agli interessi dei grandi azionisti. Resta prioritario salvaguardare e favorire l’occupazione, preservare il ruolo sociale della banca e la sua funzione per lo sviluppo del Paese, a sostegno delle comunità, delle famiglie e delle imprese”, commenta il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan. “Come Uilca, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, continueremo a monitorare ogni risvolto di queste operazioni societarie, a partire da quello occupazionale”.
In Italia, negli ultimi cinque anni, ogni mese sono stati chiusi 76 sportelli bancari. Dal 2019 al 2024, infatti, si contano 4.557 filiali in meno. Nel 2024 le filiali bancarie sono scese sotto la soglia delle ventimila unità (19.755).
In Emilia-Romagna, dal 2018 al 2023, gli sportelli bancari sono diminuiti del 20,5% (-545), i comuni serviti da banche sono diminuiti del 1,3% (-4).
“Stiamo entrando in una fase di acquisizioni e fusioni bancarie che avrà un impatto significativo nel nostro territorio, portando in modo inevitabile a una riduzione della rete di sportelli, con lo scopo di ridurre i costi. Il progressivo taglio degli sportelli bancari rappresenta un problema per cittadini, soprattutto nelle aree meno servite, dove la distanza dalla banca più vicina potrebbe aumentare in maniera notevole, rendendo più difficile accedere ai servizi bancari. È inaccettabile che la razionalizzazione del sistema bancario avvenga senza tenere conto delle conseguenze sociali, lasciando indietro le fasce più vulnerabili della popolazione. Anziani, persone con difficoltà di mobilità e chi ha meno familiarità con il digitale rischiano di essere esclusi dai servizi finanziari, con costi sociali altissimi”. commenta il segretario generale Uilca Emilia-Romagna, Mario Cusano.
È alta l’insoddisfazione in Emilia-Romagna per la chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune: scontenti nove emiliano-romagnoli su dieci intervistati. Il rapporto umano si conferma determinante per accedere ai servizi bancari: per otto su dieci il bancomat non può sostituire il contatto umano. L’assenza di una banca impatta negativamente sull’inclinazione a investire e influisce nella scelta di vivere o meno in un territorio. Costante il numero di quanti hanno percepito la mancanza/riduzione dello sportello bancario: sette su dieci. Queste le maggiori evidenze del secondo Rapporto Uilca Chiusura filiali? No, grazie, la sentiment analysis volta a misurare il livello di insoddisfazione degli italiani a causa della desertificazione bancaria e le ricadute occupazionali, sociali ed economiche del problema nel Paese. L’indagine demoscopica, condotta dall’Istituto di ricerca Lab 21.01, ha interessato 2.400 persone a livello nazionale.
“La desertificazione bancaria è un fenomeno in corso da tempo, ma le sue tante conseguenze sociali ed economiche erano sconosciute o del tutto sottovalutate. I dati del nostro secondo Rapporto ne confermano la gravità: è un problema reale, sentito dalle persone. La chiusura delle filiali ha impatti sociali, riduce la propensione agli investimenti e influenza la scelta di vivere o meno in un territorio, con un aggravio dello spopolamento dei piccoli centri”, così il segretario generale Uilca Fulvio Furlan commenta gli esiti emersi dal Rapporto.