l numeri del Global Gender Gap Index 2024 sono, per l’Italia, impietosi. Il nostro Paese, infatti, perde ancora posizioni collocandosi all’ 87° posto con la perdita di ben otto posti rispetto al 2023. Questo dato è ancor più allarmante considerando che anche il 2023 aveva registrato un peggioramento dell’indice per l’Italia, passata dal 63° al 79° posto. Cosa significano questi dati e quale misura offrono rispetto al gap di genere?
Il Global Gender Gap Index è un indice annuale elaborato dal World Economic Forum (WEF) che misura lo stato attuale e l’evoluzione della parità di genere, attraverso quattro dimensioni chiave: partecipazione economica e opportunità, livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed empowerment politico. I punteggi sono misurati su una scala da 0 a 100 e possono essere interpretati come la percentuale del divario di genere che è stato colmato.
Nel 2024 i Paesi analizzati e messi a confronto sono stati 146: il punteggio globale è salito al 68,5% dal 68,4% del 2023, con un miglioramento di soli 0,1 punti percentuali. Per quanto riguarda le quattro dimensioni chiave, il maggiore incremento si riscontra nel sotto indice partecipazione economica e differenza di opportunità (+ 0,6% rispetto al 60,1% del 2023) mentre l’empowerment politico, la salute e sopravvivenza sono leggermente aumentati e il livello di istruzione ha registrato un lieve calo.
Calcolando quanto il divario in media si è ridotto ogni anno dalla prima edizione del rapporto nel 2006, utilizzando un campione costante di 102 paesi, è possibile prevedere quanti anni ci vorranno per colmare ciascuno dei divari di genere per ciascuna delle dimensioni tracciate. Se i progressi verso la parità di genere procedessero alla stessa velocità media osservata tra il 2006 e il 2024, si prevede che ci vorranno altri 134 anni per raggiungere la piena parità.
Secondo il Global Gender Gap Index del 2024, nessun paese ha ancora raggiunto la completa parità, anche se i primi nove paesi (Islanda, Finlandia, Norvegia, Nuova Zelanda, Svezia, Nicaragua, Germania, Namibia e Irlanda) hanno colmato almeno l’80% del loro gap. Per il quattordicesimo anno consecutivo, l’Islanda (93,5%) occupa la vetta della classifica.
L’analisi dei dati italiani evidenzia che la perdita dei posti in classifica è dovuta soprattutto alla dimensione della leadership politica che è passata dalla 40° alla 67° posizione, con un punteggio del 24,3%. Per quanto riguarda la dimensione della partecipazione economica, siamo al 111° posto: nello specifico, nell’ambito della partecipazione delle donne al mercato del lavoro siamo al 96° posto e per la parità di salario al 95°, che scende al 102°, con un indice del 38,7%, se si osserva quante donne riescono a ricoprire ruoli dirigenziali.
Il Global Gender Gap Index evidenzia come il raggiungimento della piena parità di genere non sia un percorso lineare né omogeneo a livello globale. Sebbene la strada verso l’obiettivo sia, senza dubbio, ancora lunga, si devono, però, rimarcare il progresso e le conquiste avvenute fino ad oggi. A livello globale, infatti, la maggior parte delle economie ha progredito verso il raggiungimento della parità di genere.
Il Global Gender Gap Index rappresenta una ulteriore fonte di dati e spunti per spingere con forza ad una rinnovata azione verso questo obiettivo, auspicando che i dati e le analisi fornite nel rapporto, nonché il confronto fra i vari paesi possa essere un supporto fondamentale per l’azione dei leader del settore pubblico e privato nei loro sforzi per colmare il divario di genere globale.
Accelerare i progressi verso la parità di genere, non solo può migliorare la condizione delle donne e delle ragazze, ma porta beneficio alle economie e alle società in generale, in termini di crescita e stimolo per l’innovazione. La miriade di sfide che il mondo deve affrontare ha bisogno del pieno potere della creatività umana e della collaborazione di tutte le persone, unite per trovare percorsi di prosperità condivisa.